sabato 29 marzo 2008

Baccalà alla Fernanda

Questo piatto è uno dei cavalli di battaglia di mia madre, che per fortuna non si stanca mai di preparare questa prelibata eppure semplice ricetta della cucina tradizionale.

Per 4/6 persone occorre:

- 1 kg di baccalà tenuto in acqua per almeno tre giorni e poi sciacquato bene sotto l'acqua corrente il giorno in cui si cucina e poi tagliato in bei pezzi non troppo grossi;
- 1 kg di patate tagliate a pezzi anche questi non troppo grossi ma neanche piccoli;
- 2 bei pomodori grossi o anche più se piacciono;
-1/2 peperone se grosso, altrimenti uno intero se piccolo;
- basilico, sedano, cipolla, origano;
-olive nere una manciata generosa;
- capperi una bella cucchiaiata;
- olio extravergine d'oliva, sale, pepe.
Si fa soffrigere in una padella piuttosto grande una bella dose di olio e.v.o. i pomodori tagliati a pezzi, gli odori ben tagliati piccoli.
Si aggiunge poi il baccalà tagliato e le patate, si aggiunge poi dell'acqua calda fino a coprire per 3/4 il tutto, aggiustare di sale e pepe e coprire con il coperchio.
Si fa cuocere a fiamma viva per 30/45 minuti, bisogna regolarsi in base alla grandezza del trancio del baccalà, dopodicchè si passa in forno senza coperchio per 10/15 minuti.

sabato 22 marzo 2008

Muffin classico

Di dolcetti vari per la colazione e per iniziare con un pò di coccole per noi stessi la giornata , ne ho letti e fatti tanti, questa ricetta vista sia in tv (su uno dei miei canali preferiti che è raisat gambero rosso) e su un blog di una ragazza davvero simpatica, di cui, chiedo scusa, ma non ricordo il nome, è di una nota cuoca irlandese: Rachel Allen, che ha la magica semplicità delle cose che vengono sempre bene senza fare sforzi sovrumani!!!

Gli ingredienti per 8/9 muffin piuttosto grandi sono:
- 2 uova,
- gr. 110 di burro morbido (io l'ho sciolgo dolcemente a bagnomaria)
- gr. 110 di zucchero
- gr. 140 di farina
- 2 cucchiaini di lievito per dolci
- 1 bustina di vanillina
- zucchero a velo per ricoprire dopo la cottura
alla ricetta originale io ho poi aggiunto:
- un pizzico di sale
- latte (quanto ce ne sta in una tazzina da caffè).

Per chi ha un mixer o le fruste elettriche, può lavorare insieme tutti gli ingredienti in una ciotola e sbattere fin quando il composto e ben amalgamato. Per chi lavora a mano invece, è meglio miscelare prima il burro con lo zucchero, poi un uovo alla volta, aggiungere quindi farina, lievito, vanillina, sale e poco alla volta, per legare meglio, il latte.
Una volta pronto si mette l'impasto con cura nella tipica teglia da muffin o nelle formine di alluminio usa e getta con i pirottini di carta in modo da non dover nè imburrare la teglia, nè buttare gli "usa e getta". L'accortezza a questo punto e di battere bene (ma delicatamente) teglia o formine sul tavolo in modo che l'impasto si assesti bene e non abbia buchi una volta cotto.
Si mette il tutto in forno, acceso ancor prima di iniziare a preparare il tutto e si fa cuocere a 180°/200° dipende dal forno per 20/25 minuti.
Si lasciano raffreddare e poi si "sformano" ricoprendoli con dello zucchero a velo.
Sono dolci, morbidi...GUSTOSI.

CON LA STESSA SEMPLICITA' DI QUESTI DOLCETTI, AUGURI DI UNA PASQUA SERENA .

mercoledì 19 marzo 2008

Mini sfoglie alla crema di mascarpone


Oggi finalmente inizio a parlare di una delle mie grandi passioni, che è appunto cucinare.
In modo particolare amo preparare i dolci, che poi, finisco con l'ingurgitare senza ritegno vista la mia ASSOLUTA GOLOSITA' (per poi pentirmene amaramente se la bilancia ha un guizzo in avanti. Uffa!!!).

Questa è una ricetta di una semplicità estrema ma che ha sempre ottimi risultati.

Preparo innanzitutto la crema, in modo che poi si raffreddi e non "ammosci" la sfoglia bella croccante di forno.

Ingredienti per la crema:
- 1/2 litro di latte
- gr. 140 di zucchero
- gr. 40 di farina ben setacciata
- 4 tuorli
- 1 bustina di vanillina o come spesso preferisco fare, la buccia ben lavata e senza parte bianca di mezzo limone biologico, o una parte di baccello di vaniglia
- gr 150 o più, dipende dai gusti, di mascarpone di ottima qualità.

Metto su fuoco medio il latte con la vanillina (o baccello di vaniglia o con la buccia di limone) portandolo a cottura facendo attenzione a che non si bruciacchi e appena forma la pellicolina tipica, lo levo dal fuoco.
Intanto, in una pentolina d'acciaio dal fondo alto e per ora, fuori dal fuoco, inizio con il lavorare i tuorli con lo zucchero, sbattendoli fino a farli divenire più chiari, quasi giallini (io non metto mai lo zucchero tutto in una volta, ma mano mano), aggiungo poi la farina facendola passare attraverso un setaccio e anche qui non tutta in una volta.
Quando il composto lo sento bello corposo alla paletta di legno, allora metto la pentola su un fornello piccolo, a fiamma decisamente dolce (bassa) e comincio a versare il latte ancora ben caldo a poco a poco e mescolo in continuazione (e sempre rigorosamente nello stesso verso, altrimenti impazzisce!). Continuo così, fino a finire il latte e rigirando la crema per evitare che attacchi. Capisco che è pronta quando forma dal basso verso l'alto come delle bolle di aria, lì è perfetta e va tolta dal fuoco.
Lascio che la crema si raffreddi dando ogni tanto una girata con la paletta così da evitare che formi una sorta di pellicolina, che poi può determinare anche degli antipaticissimi grumi.
Quando la crema è tiepida, solo allora aggiungo il mascarpone e lavoro girirando, sempre per lo stesso verso, in modo da far amalgamare il tutto.
Vi assicuro che è paradisiaca anche solo così, presentata in delle belle coppette con delle fragole o per i più golosi con delle banane caramellate.

Finalmente siamo alla fase pasta sfoglia:

Per i "puristi" della cucina, sarò una barbara, ma io, che di tempo ne ho poco e troppe cose da fare, mentre un tempo la pasta sfoglia me la facevo a mano, con la classica e paziente ricetta, ora o uso il famigerato bimby o compro direttamente la pasta sfoglia bella e pronta che si trova al banco frigo dei supermercato (ovvio, almeno prendo una di ottima qualità).
A questo punto lo sforzo che devo fare è di srotolare con attenzione la sfoglia e di ritagliarla delle forme e dimensioni che più mi piacciono, io solitamente per fare questi dolcetti uso tagliare o a forma rettangolare di cm. 5x3 o una forma circolare non più larga di cm 5, altrimenti non sono più dei mignon ma dei magnon ah ah ah la battuta!

Una volta che ho tagliato la sfoglia nelle forme che voglio, la metto con la carta forno sulla placca e poi in forno a temperatuta media (180°), il tempo varia da forno a forno, diciamo mediamente 10/15 minuti e comunque fino a quando non è bella gonfia e dorata ( e non carbonizzata!).


Tolgo dal forno e mentre è ancora calda separo ogni dolcetto a metà, tagliandolo al centro in modo da avere una base e un cappuccio.


Al centro di ogni dolcetto metto la crema (abbondante, mi raccomando) e ricopro col cappuccio. Una volta finiti i dolcetti li spolvero con uno strato generoso di zuccero a velo...et voilà, i dolcetti, deliziosissimi sono pronti ;D





giovedì 13 marzo 2008

Il gusto di essere quello che si è...


A volte capita che, nella nostra vita, coincidano una serie di eventi che ci portano a pensare che la nostra esistenza è un completo disastro o che al contrario è un miracolo della perfezione, fosse anche per un solo giorno, per un istante.
Premesso che questo stato di grazia ritengo non possa far parte della realtà se non limitatamente alla propria infanzia, a quando tutto era diverso e semplice e particolarmente vivido, bello, sono però convinta che spesso siamo noi stessi a fare della nostra vita un inferno o un paradiso.
Ultimamente, nel corso di una accesa discussione con delle amiche, mi sono accorta che a seconda di come siamo abituati a pensare e conseguentemente a reagire, ci rendiamo praticamente impossibile il vivere quotidiano e spesso per seguire idee e convinzioni che ci sono state incultate, ma che sono lontane dalla nostra vera natura.
Io proprio non capisco e, anzi, mi rifiuto di capire, perchè per alcune di noi sia così difficile dire no.
No a tutta una serie di impostazioni familiari, culturali, lavorative e spesso anche economiche. Come possiamo aspettarci il rispetto degli altri se noi stesse non siamo capaci di difendere le nostre idee, le nostre convizioni e uno stile di vita che sebbene non approvato dai più, ci renderebbe felici?
E' triste vedere donne in gamba, talentuose, intelligenti, che si piegano agli status symbol, che si omologano ai modelli imposti da altri, per poi lamentarsene!
Ah umana contraddizione!!!
Quanto mi piaccio nella mia imperfetta vita, fatta di sbagli, di atti coraggiosi, dignitosi, a volte anche arroganti se vogliamo, perchè l'essere fuori dal coro è visto come un atto di presunzione, ma non rinnego niente, neanche le clamorose cadute, i madornali errori e le dolorosissime perdite, sono tutti lì nei miei occhi e sulla mia pelle, bruciano, a volte addirittura incendiano la testa ed il corpo, ma mi ricordano chi sono, chi ero e cosa ancora voglio essere...

sabato 8 marzo 2008

8 marzo...


Questa data, come molte altre date (festa di San Valentino, Halloween) mi mettono una certa malinconia e inquietudine al tempo stesso.
Sebbene conosco le origini di questa festa legata ad un episodio tragico che coinvolse una fabbrica dove perirono molte donne, trovo mortificante per noi donne che ci venga dedicato un SOLO giorno all'anno.
Non sono femminista, ma credo fortissimamente nelle capacità e nella forza delle donne, nel loro sapere credere e lottare in nome di una passione legata appunto alla loro natura di femmine, di madri, di compagne per "battaglie" che iniziano e che strenuamente portano avanti.
Ogni giorno dovrebbe essere la nostra festa e se compagni, mariti, fidanzati e familiari si dimenticano di ringraziarci per tutto quello che noi facciamo per loro, beh non è il caso che poi ci portino la mimosa l'8 marzo!!!
Per cui, con coerenza non festeggerò questa sera andando fuori a cena e poi in qualche locale affollato di donne in preda ad una sorta di delirio sguaiato, no no, starò giustamente nel luogo che amo e con le persone che amo, questa sì è una festa per una donna, GLI AFFETTI.

venerdì 7 marzo 2008

Casa dolce casa


AAAAAAAhhhhhhhhhh che meraviglia dopo una settimana massacrante di lavoro rientrare in casa, chiudere la porta e dimenticarsi del mondo!!! (almeno per una sera).
Tempo una meravigliosa doccia bollente, uno stracomodo felpone antispiffero della Groenlandia, chiuso tutto, dal cellulare al molesto televisore, stereo a volume basso (ma si almeno una volta) e mi "spalmo" sul mio divano.
Considero per 5 minuti cosa voglia dire in termini di calorie la tavoletta di cioccolato al latte che occhieggio da un pò, poi con una stramenefreghistica alzata di spalle l'addento a bocca piena, assaporando ogni meraviglioso istante di quella goduria così rara e quindi ancora più gustosa.
Ma quanto è bello ogni tanto lasciarsi andare a queste piccole magnifiche “deviazioni” del nostro percorso quotidiano…io almeno me le concedo di tanto in tanto per coccolarmi un po’.
Così come mi concedo di non essere sempre lì disponibile all’ennesima uscita fuori, mi dedico invece a me e a tutto quello che non mi riesce di concedermi per mancanza cronica di tempo nel corso della settimana.
Viziata, viziosa, passiva?
NOOOOOO, ma come ha detto una volta una persona a me molto cara…dolcemente pigra.
Si sono dolcemente pigra e cosa c’è di più bello che essere dolci, delicati, teneri con se stessi?
Un po’ di amore per se stessi in più non farebbe male ai più che invece non fanno che seguire percorsi già segnati, quasi come le tracce delle ruote su una strada fangosa, sì che diventa difficile prendere la direzione opposta.
Uff…ma dai, lasciarsi andare e dedicarsi un po’ al niente è rigenerante, che poi non è un non fare niente, al contrario, io entro in contatto vero, profondo con me stessa e vedo, sento, sensazioni che nel pieno dell’azione mi sfuggono, proprio non le avverto.
Ho imparato questa sottile arte un po’ dalla mia naturale indole e poi da un lavoro di guida da parte di una persona con grande esperienza dell’interiorità, della spiritualità, della psiche.
Ma questa è tutta un’altra fantastica storia di cui parlerò un’altra volta, per ora mi godo la mia tavoletta di cioccolato e la quieta della mia casa.

mercoledì 5 marzo 2008

Ma perchè gusto e gusto se qui non c'è neanche una ricetta?


...Chi legge per la prima volta i miei post sicuramente si porrà questa domanda.
Ho voluto chiamare il mio blog (wow anch'io ora ne ho uno!!!) GUSTO & GUSTO perchè la vita di tutti noi si svolge e sviluppa attraverso i 5 sensi (anche se io obietto che potrebbero annoverarsene altri) e di conseguenza i sensi che stimolerò, un pò come faccio nella mia vita quotidiana, saranno per i vari gusti che ne derivano.
Ho molti interessi e purtroppo poco tempo a disposizione, ma cerco appunto di sfruttarlo al meglio, per cui, questo, se mai lo leggerete come blog, conterrà un pò di tutto, non solo ricette culinarie, anche se ce ne saranno diverse in quanto sono una appassionata del cibo e della buona tavola, ma troverete i libri che amo, le poesie che mi emozionano, anche solo delle frasi sulle quali spesso rifletto, a volte anche miei pensieri (perdonate questa presunzione), le foto dei luoghi che amo e dove sono stata, le foto dei luoghi che amo e dove spero di andare, qualche accenno ai miei hobby e alle mie passioni, insomma QUESTO E' IL MIO MONDO E CI SARA' MOLTO DI ME.
A chi è curioso e ha un pò voglia di conoscermi, non dico altro che, prego, leggetemi pure!

lunedì 3 marzo 2008

Lunedi...comincio la dieta?


Come ogni lunedì e come ogni data che corrisponda in qualche modo ad un inizio, fa capolino la solita idea di iniziare una dieta. Premesso che poi le diete possono finire anche il martedì mattina, stavolta la dieta in questione riguarda tutto tranne la mia alimentazione, del resto abbastanza equilibrata fatta eccezione per gli attacchi di golosità acuta notoriamente a favore dei dolci.
La dieta di cui parlo è in realtà per alleggerire la mia vita, già troppo piena e appesantita da situazioni non certo all'insegna della semplicità.
Ed ecco che appare quel fastidioso senzo di disagio, quasi di nausea e vuoto che prende allo stomaco, ma diamine perchè è così difficile staccarsi dalle persone e dalle cose pur sapendo che complicano la nostra esistenza?
Come mai rimaniamo assurdamente attaccati mentre razionalmente sappiamo che è preferibile lasciare andare quel qualcosa/qualcuno? Perchè cuore e cervello sono sempre in perenne conflitto? Perchè non si riesce a dire BASTA E STOP?
Si può cercare un qualcosa che non esiste dove voi vorremmo, pur sapendo che non c'è?
Ogni ragionamento, ogni pensiero prende quindi curve strane, assurde, ci si piega a fantasie francamente farneticanti eppure consolatorie contro quel grande vuoto che sembra volerci risucchiare.
Inizierò la mia dieta disintossicante dalle persone e situazioni sbagliate?
No. Oggi sicuramente no, non ne ho la forza.
Perchè la verità è proprio questa, occorre forza e volontà d'acciaio ed io oggi mi sento fragile quanto un fuscello.
Ma mi perdono di questa mia debolezza, perchè vergognarmene o farmene un altro senso di colpa non servirebbe a nulla se non a farmi stare peggio...per cui mi dò una simbolica carezza sulla guancia e dico ok forse sarà domani, oggi va bene così lo stesso e mi voglio bene perchè sono comunque onesta e comunque una bella persona.

domenica 2 marzo 2008

I raccontastorie o cantastorie


Un giorno, così, annoiata dalla tv, dai libri ai quali non riuscivo a concedere la giusta concentrazione e diciamolo pure da una uggiosa giornata di novembre, ho preso il mio pc e ho cominciato a vagare in internet.
Vagare non è un verbo sbagliato nel mio caso, perchè io e il mondo cibernetico non siamo propriamente affini, ma come dire, a poco a poco, con una certa lentezza, ma anch'io qualcosa sto imparando.
Per me come chiunque, google e tutto ciò che si puoi sapere attraverso la semplice digitazione di una parole, è a dir poco affascinante e così, ho inserito la parola blog e sono uscite pagine e pagine, inserendo poi l'argomento tipo food blog o beauty blog, ancora altre pagine.
Conclusione? Ho potuto notare come ognuno di noi che frequanta il cyber spazio, sia un "raccontastorie", si proprio come quelli che un tempo vagavano di città in città per raccontare, in forma romanzata, quello che accadeva in altri luoghi, in altri tempi.
Avete fatto caso a quanto di noi diciamo in questi spazi? A quanto riveliamo di noi spessi a perfetti sconosciuti? Per poi magari negare queste stesse conoscenze a persone che fisicamente ci sono vicine!!! In che strana epoca viviamo e in che strano modo abbiano deciso di vivere.
Ecco perchè definisco me e voi, cantastorie, ognuno di noi è una storia e il racconto della mia qui sul blog comincia proprio oggi a mesi di distanza da quando ho cominciato a leggerne, credo ormai centinaia e, non me ne sono affatto stancata, anzi.
Per cui benvenuta a me!!! :D :D :D