giovedì 13 marzo 2008

Il gusto di essere quello che si è...


A volte capita che, nella nostra vita, coincidano una serie di eventi che ci portano a pensare che la nostra esistenza è un completo disastro o che al contrario è un miracolo della perfezione, fosse anche per un solo giorno, per un istante.
Premesso che questo stato di grazia ritengo non possa far parte della realtà se non limitatamente alla propria infanzia, a quando tutto era diverso e semplice e particolarmente vivido, bello, sono però convinta che spesso siamo noi stessi a fare della nostra vita un inferno o un paradiso.
Ultimamente, nel corso di una accesa discussione con delle amiche, mi sono accorta che a seconda di come siamo abituati a pensare e conseguentemente a reagire, ci rendiamo praticamente impossibile il vivere quotidiano e spesso per seguire idee e convinzioni che ci sono state incultate, ma che sono lontane dalla nostra vera natura.
Io proprio non capisco e, anzi, mi rifiuto di capire, perchè per alcune di noi sia così difficile dire no.
No a tutta una serie di impostazioni familiari, culturali, lavorative e spesso anche economiche. Come possiamo aspettarci il rispetto degli altri se noi stesse non siamo capaci di difendere le nostre idee, le nostre convizioni e uno stile di vita che sebbene non approvato dai più, ci renderebbe felici?
E' triste vedere donne in gamba, talentuose, intelligenti, che si piegano agli status symbol, che si omologano ai modelli imposti da altri, per poi lamentarsene!
Ah umana contraddizione!!!
Quanto mi piaccio nella mia imperfetta vita, fatta di sbagli, di atti coraggiosi, dignitosi, a volte anche arroganti se vogliamo, perchè l'essere fuori dal coro è visto come un atto di presunzione, ma non rinnego niente, neanche le clamorose cadute, i madornali errori e le dolorosissime perdite, sono tutti lì nei miei occhi e sulla mia pelle, bruciano, a volte addirittura incendiano la testa ed il corpo, ma mi ricordano chi sono, chi ero e cosa ancora voglio essere...

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