sabato 29 novembre 2008

Biscottini al cocco


Uffa, pioggia, pioggia e ancora pioggia.
Con un tempo così voglia zero di uscire di casa, dal letto, dalle braccia di Morfeo.
Ciabattando fino in cucina cerco dolcini consoloratori, che accarezzino un po’ l’animo intristito da questa giornata di pioggia incessante.
Niente, non c’è niente di dolce, tranne un sacchetto di noce di cocco (da quando l’avrò?), controllo scrupoloso della data di scadenza e visto che è ancora buono, mi faccio due biscottini, così con una bella tazza di te bollente mi rimetto a letto a vedere qualcuno dei miei dvd preferiti, alla faccia di tutto quello che dovrei fare e che non farò (quando ce vò ce vò!).

Dose per 40 biscottini.
- gr. 170 di farina di cocco
- gr. 40 di farina
- 2 uova intere
- gr. 140 di zucchero
- un pizzico di sale

Accendo il forno a 180° circa.
In una ciotola lavoro con una cucchiaia di legno tutti gli ingredienti insieme fino ad amalgamarli ben bene (non ci vuole molto).
Poi formo, con le mani inumidite, delle palline che schiaccio e metto direttamente sulla leccarda da forno coperta di carta forno.
Quindi in forno per 10/15 minuti Vanno tolti che sembrano ancora quasi crudi. In realtà si “rapprendono” dopo. Tolti dal forno si lasciano raffreddare prima di metterli nel piattino per papparseli.
Velocissimi e golosissimi.

venerdì 28 novembre 2008

Tango e mania scarpe



Che strano, pur amando il tango, ho notato che nel mio blog ne parlo solo in due post e mi sono davvero stupita.

Io adoro il tango.

Il tango è come un/a innamorato/a che non ricambia il tuo amore, per cui pensi a lui/lei in maniera quasi ossessiva, ma nonostante ciò ti si concede rarissimamente.

Ma quelle poche volte in cui senti i passi esattamente come li vorresti, quando il ritmo, indifferentemente che si tratti di tango nuevo o classico, di una milonga o di un tangovals, lo senti dentro l'anima, ecco, QUELLO E' L'ISTANTE PER CUI VIVONO TUTTI I TANGUERI.

Questa meravigliosa sensazione l'ho provata domenica scorsa. Sembrava che i miei piedi, il mio corpo, avessero vita loro, il mio cervello non pensava FINALMENTE ed il mio corpo DANZAVA.

Pur cambiando cavaliere, rimaneva quella gioia istintiva per la musica e per il movimento e francamente, forse per la prima volta, non mi sono preoccupata della tecnica, ma ho solo fatto fare al mio corpo...e a sentire chi ha ballato con me, devo aver fatto bene.

Dato che io però, non sono mai per l'autocelebrazione, mi sono detta che dipendeva dalle scarpe che indossavo.

Le mie prime scarpe da tango, comprate quasi controvoglia (non erano proprio quelle che volevo), ma quelle che a tutt'oggi, quando le indosso, pare mi regalino la magia della morbidezza, leggerezza ed un tantino di sensualità che è appunto l'anima del tango.

A fine serata i piedi erano praticamente cotti, ho infatti ballato tantissimo. Togliendole per andare via dalla milonga me le sono riguardate per bene le mie scarpine dorate: sciupate, vecchiotte eppure comodissime. Uffa come devo fare sono fantastiche nonostante siano quasi consunte!

Beh non ci crederete ma il giorno dopo ho girato per i vari calzolai della mia città sentendomi dire da tutti più o meno da stessa cosa, ossia che dovrei metterle definitivamente in pensione! Ma dato che io con le scarpe non sono normale (beh in effetti non solo per le scarpe eheheh!) me le sto facendo "mettere in forma" cioè risuolare e tingere nuovamente di un bel dorato e riapplicare la bufalina alla suola.

Una delle mie amiche, quando le ho raccontato il tutto, si è fatta una risata lunghissima: "Tu sei pazza, con tutte le scarpe che hai!"

Sbigottimento. E' vero, solo per il tango ne ho ben 7 paia! Si davvero avrei potuto evitarmi questa spesa...ma non m'importa, quelle sono le mie scarpette magiche ed io non posso farne a meno.

Martedì ho poi fatto un'altra bella scoperta, questo mese sono stata davvero brava con le spese, per cui, complici due altri "malati di tango" in vena di acquisti mi sono comprata l'ottava scarpina da aggiungere alla mia collezione!!!

Guai a chi critica la mia mania...................................................................

venerdì 21 novembre 2008

Minestra di maiale e verza



Nelle giornate fredde, come appunto da noi in questa settimana, non vedi l’ora di rincasare e di riscaldarti con qualcosa di buono, oltre magari ad infagottarti con il pullover preferito (come faccio io, evitando di alzare troppo i termosifoni e rispettando almeno un po’ l’ambiente), così mi son detta cosa c’è di meglio di una bella minestra calda per riprendermi da tutto questo freddo?
La minestra è SOSTANZIOSA, velocissima, perché si fa nella pentola a pressione e a parer mio è un connubio felice della tradizione e del gusto della cucina tipica calabrese.

Ingredienti:
- 1/2 verza piuttosto grande tagliata a strisce sottili
- 1 kg. di costatine di maiale
- sale, pepe, 1 cucchiaino per ogni persona di olio evo, 1 aglio
Si mette tutto insieme nella pentola a pressione con un filo di acqua e si fa cuocere da quando inizia a sibilare 10/15 minuti a seconda della grandezza della pentola stessa.
Ecco la minestra e pronta!
A parte volendo si può aggiungere dell'altro olio a crudo.
Ottima se si aggiungono dei pezzi di pane tostato e leggermente aromatizzato all'aglio.

mercoledì 19 novembre 2008

Alivi ammaccati


Per chi non è delle mie parti "alivi ammaccati" vuol dire olive schiacciate.

E' una delle tipiche conserve che sin dal tempo dei tempi costituivano la risorsa alimentare per chi aveva molte bocche da sfamare ed anche solo un fazzoletto di terra da coltivare.
Se un tempo era una risorsa alla sussistenza, oggi è invece una "chicca" farsi le olive in casa, perchè ormai, con la moda dilagante del sentirsi tutti chef, bisognare saper fare anche quello di cui non abbiamo storia.

Dopo questa bacchettata ad una blogger che se l'è meritata tutta questa mia uscita, perchè la tradizione culinaria esiste, eccome, sia al nord che al sud, vi invito a ricordare anche questo genere di piatti, perchè non è bello, mai, dimenticare le nostre origini e fare gli snob con piatti elaborati e dal colpo d'occhio e stop.

Ingredienti per diversi vasetti:
- 4 kg di olive verdi (da noi le vendono a sacchetti anche più grandi)
- sale
- finocchietto selvatico (semi e qualche rametto)
- aglio
-olio evo
-peperoncino rosso calabrese

Intanto armatevi di tanta pazienza, altrimenti passate oltre. Questa è una preparazione abbastanza lunghetta. Munitevi anche di un paio di guanti di lattice, per evitare di trovarvi con dita e unghie nere.

Prima fase: (usate qui i guanti)
con un batticarne o con una pietra grossa, come usiamo noi, si schiacciano le olive con un colpo secco ma che non le spappoli. Fatto ciò si devono togliere tutti i noccioli.

Seconda fase:
si sciacquano e si mettono in acqua per 6 o al massimo 9 giorni. Tutti i giorni l'acqua va sostituita e fatta scorrere per un pò. Io ho trovato il sistema di metterli in una grossa bacinella che per giorni sta in una delle vaschette del lavello in modo da non dover alzare pesi e rischiare di far cadere acqua e olive. Ovviamente ricopro con uno strofinaccio ed un coperchio, per impedire insetti e altro.I giorni di permanenza nell'acqua dipendono se le olive hanno cacciato l'amaro e se assaggiandole risultano dolci. Attenzione dolci si ma fino ad un certo punto. Quindi affidatevi al vostro buon senso e stabilite se va bene così o è meglio un altro giorno di "spurgatura". Comunque mai superare i 9 giorni altrimenti l'oliva si annacqua.

Terza fase:
Se avete un torchietto tipo quelli per la vinaccia è ottimo, li mettete lì e torcete fino a levare l'acqua (avranno un aspetto un pò sciupato, ma non preoccupatevi, devono essere così), altrimenti dovete metterle sotto peso per un pò di tempo perchè va eliminata tutta l'acqua dei giorni passati in ammollo.

Quarta fase:
una volta ben asciutte, in una bella ciotolona si mettono le olive strizzate, i semi e rametti (sminuzzati) di finocchietto, l'aglio a scagliette, il peperoncino a tocchetti e tanto olio e per finire il sale, ma non esagerate. Io rimesto il tutto con le mani perchè viene molto meglio e si fa prima.

Quinta fase:
Si mettono le olive ben condite in vasetti di vetro precedentemente sterilizzati e si completa con altro olio. In pratica le olive devono conservarsi con olio che fa anche da tappo. Per impedire straripamenti vari chiudo il barattolo con un quadrato di carta forno, così come si vede in foto e metto poi il tutto in dispensa per qualche giorno. Considerate che da quando si conservano al momento di consumarle è preferibile, a guadagno del sapore, far passare almeno 2/3 settimane.

E' un ottimo antipasto, contorno, sfizio, merenda, quel che vi pare insomma, con dell'ottimo pane casereccio.

venerdì 14 novembre 2008

Merluzzetti in umido


Quando mi si chiede perchè non amo in modo particolare il pesce, non so mai bene cosa rispondere. Io non è che non lo ami, è l'odore che purtroppo mi dà fastidio, soprattutto se devo cucinarlo io.

Esattamente non so a cosa sia dovuto questo mio fastidio, ma se sento troppo l'odore del pesce, mi viene una nausea terrificante, quasi fossi incinta, per cui, ovviamente ho imparato a cucinarlo in maniera assai leggera e delicata, senza troppi fronzoli a rovinarne la freschezza (su quella non transigo).

Ingredienti per 4 persone:
- gr. 800/1000 di merluzzetti
- gr. 200 pomodorini
- 1 falda abbondante di peperone verde
- 1 spicchio d'aglio
- prezzemolo, sale, peperoncino rosso q.b.
- olio evo
- un filo di acqua

In una padella metto olio e acqua in parti uguali (un dito di ciascuno), lo spicchio d'aglio e faccio prendere calore.
Aggiungo quindi i pomodorini tagliati a metà ed il peperone verde.
Dopo un paio di minuti faccio seguire i merluzzetti, gli odori, sale e pepe e copro per bene con il coperchio per fare formare il vapore.
Con molta delicatezza e fino alla conclusione della cottura giro da ambo i lati i pesci e le verdure. Se occorre metto dell'altro olio e acqua.
Questo tipo di preparazione non deve essere fatta con una fiamma troppo viva e per troppo tempo, al massimo per 15/20 minuti, dipende dai fuochi che avete a disposizione.
A fine cottura scoperchio per far ritirare il sughetto e dò il tocco finale con un'altra manciata di prezzemolo fresco ben tritato.

mercoledì 12 novembre 2008

Bocconcini al limone


Uffa, avevo pensato seriamente di mettermi se non proprio a dieta comunque a "rigoroso" controllo della quantità alimentare che ingurgito quotidianamente (purtroppo faccio parte della categoria di persone che sotto stress hanno una voragine al posto dello stomaco per cui mangio di tutto e di più), ma la volontà è debole e quando ho visto questa ricettina non ho resistito, l'ho subito replicata e... portata di corsa ai nipotini ammalati così ne ho mangiato giusto una microfetta con loro, ed ho potuto appurare che sono dolcini buoni e niente affatto complicati.

Per la cronaca la ricetta è del blog giboncook, che se amate cucinare, è fonte continua ed inesauribile di leccornie.

Ingredienti:
-150 gr di burro a temperatura ambiente
-100 gr di farina
-100 gr di farina maizena
-1 cucchiaino di lievito per dolci
-150 gr di zucchero
-4 uova
-1 limone (sia la buccia grattugiata che il succo)

Montare il burro con lo zucchero, aggiungere i tuorli uno alla volta tenendo da parte i bianchi, quindi la farina , il lievito, il succo e la buccia grattugiata del limone, e per finire la farina di maizena.
Montare gli albumi con un pizzico di sale a neve ben ferma ed aggiungeterli al composto delicatamente per evitare che smontino. L'impasto deve essere cremoso e morbido.
Si sistema il tutto in una teglia quadrata o rettangolare da 24 cm per lato e foderata di cartaforno.
Far cuocete in forno già caldo per 30 minuti a 160°.
Una volta che il tortino è freddo tagliate a piccoli quadretti e decorate a piacere...
Io ho preferito come sempre la semplicità e quindi una spolverata di zucchero a velo.

martedì 11 novembre 2008

Pesto basilico e mandorle


Ho la fortuna di lavorare in una zona che non è solo industriale ma è anche e soprattutto, una zona di coltivazioni sia in serra che a cielo aperto e con tanti allevamenti, per cui, di frequente posso rifornirmi di materia prima di qualità e a prezzi che in città si possono solo sognare.

Spesso poi, le persone del luogo, che conosco a prescindere dall'attività lavorativa, mi regalano parte di quella che è la loro produzione in eccedenza, per cui, come più volte ho accennato, mi ritrovo quantità davvero esagerate di orteggi, frutta ecc, per cui mi invento le verie maniere per utilizzare questo Ben di Dio.

Così di fronte ad un bustone ESAGERATO di profumatissimo e verdissimo basilico, oltre a rifornirmi di basilico surgelato in pacchetti di stagnola per i prossimi mesi, ho pensato bene di preparare del buon pesto da utilizzare per quei giorni in cui la fretta o la pigrizia hanno la meglio sull'estro culinario, questo ovviamente mai a discapito della qualità :D

Qui metto gli ingredienti per la dose tipica per far venire almeno 2 bei barattoli con ciascuno dei quali si condiscono linguine per 3/4 persone, regolatevi voi, io non vi dico per quante porzioni ne ho fatte...praticamente un sabato mattina passato in cucina ih h ih.

Ingredienti:
- gr. 80 basilico freschissimo
- gr. 50 parmigiano grattugiato
- gr. 30 pecorino grattugiato
- sale q.b.
- 1 spicchio d'aglio grande
- 150 gr. circa di olio evo
- gr. 30 di mandorle pelate (si lo so, io NON USO i pinoli)

Io uso farlo preferibilmente a mano, ma non disdegno a volte di farlo con il bimby (o altro frullatore che avete in casa) per cui riporto entrambe le "metodologie".

Versione a mano:
Nel mortaio (preferibilmente di marmo) metto il basilico, l'aglio ed il sale, comincio a pestare e "trascinare" per far uscire tutti i succhi del basilico, aggiungo quindi il formaggio e le mandorle e l'olio poco a poco e a filo, meglio se verso la fine. Deve risultare appunto la "crema oleosa" tanto cara ai buongustai.

Versione col bimby:
Inserire nel boccale il pecorino ed il parmigiano, le mandorle e l'aglio e frullare per 30" a velocità Turbo. Con la spatola in dotazione raccogliere il trito formato attorno alle lame e unire le foglie di basilico, l'olio ed il sale e far riandare per 20" a velocità 4 e altri 20" a velocità 8. A volte dò qualche altro colpetto per farlo venire meglio.

In entrambi i modi è pronto e perfetto sia per condire la pasta immediatamente, che per essere congelato in bicchierini di plastica come faccio io per trovarmelo già porzionato.